I pazienti suggeriscono come confezionare i farmaci
L'indagine è stata condotta per conto di Optio Biopharma Solutions, azienda americana specializzata in indagini di mercato, con esperienza pluriennale nel campo dei disordini del movimento.
Obiettivo
Capire come deve essere confezionata la scatola di un farmaco perchè l'assunzione sia semplificata nonostante il disagio legato alla difficoltà di coordinare i movimenti ed ai movimenti involontari.
Anche in questa maniera, LIRH si impegna a dare il suo contributo al miglioramento della qualita' della vita dei pazienti. Lo studio ha coinvolto solo due paesi in Europa, l'Italia (LIRH) e la Germania (George Huntington Institute), e venti pazienti in tutto, dieci per ciascun paese. Con l'aiuto di alcuni prototipi, abbiamo cercato di capire quanto le istruzioni presenti sulle confezioni dei farmaci siano comprensibili e quali dimensioni facilitino o ostacolino l'apertura e la chiusura della scatola. A fine gennaio 2015, abbiamo raccolto le opinioni di sette pazienti uomini e tre donne, ciascuno accompagnato da almeno un familiare. Eta' media: 60 anni per i pazienti; 40 anni per i familiari.
Cosa è emerso dall'indagine
Per quanto riguarda l'indicazione del momento della giornata in cui il farmaco deve essere assunto, sono risultate più semplici le istruzioni rappresentate dai SIMBOLI e dai COLORI piuttosto che dal testo scritto: l'immagine del sole giallo e della luna blu, rispettivamente per l'assunzione della mattina e della sera, è stata preferita rispetto alla scritta “mattina” e “sera”.
Per quanto riguarda le istruzioni su come APRIRE la confezione, invece, sebbene le immagini siano considerate, anche in questo caso, più esplicative del testo scritto, SI PREFERISCE IL TESTO SCRITTO, in quanto rende più difficile l' accesso ai bambini. Coerentemente, quasi tutti hanno preferito confezioni con una CHIUSURA SICURA, "a prova di minore", ma con un design ed una struttura che agevolino l'assunzione del farmaco.
Per quanto riguarda la dimensione della confezione, la scelta è ricaduta su SCATOLE PICCOLE (ritenute più maneggevoli), con una disposizione delle pillole in senso ORIZZONTALE e SEQUENZIALE (ritenuta più intuitiva).
Infine, i pazienti intervistati hanno preferito la BOTTIGLIETTA da cui far fuoriuscire le pillole piuttosto che il blister da cui doverle estrarre, in quanto estrarre la pillola dal blister è una azione difficile per chi ha un disturbo del movimento. Alcuni hanno suggerito, per rimediare a questa difficoltà, di posizionare sul retro del blister delle linguette da tirare per estrarre ogni capsula.
Il ruolo dei pazienti e dei familiari coinvolti è stato fondamentale e li ringraziamo enormemente per il loro contributo, cosi come ringraziamo la dr.ssa Chiara Esposito, psicologa ricercatrice LIRH, per l'implementazione del progetto.