Intervista a Ferdiando Squitieri sullo studio Novartis con la molecola "Branaplam", prossimo a partire

Malattia di Huntington: Intervista a Ferdinando Squitieri sullo studio Novartis con la molecola "Branaplam", prossimo a partire

30/10/2020

Accogliamo con entusiasmo l’interesse di Novartis per la malattia di Huntington, emerso già da qualche anno durante meeting internazionali. La modalità con cui il razionale scientifico della molecola Branaplam emerge a potenziale vantaggio della malattia di Huntington ci sembra originale e promettente: una casuale evidenza di un effetto sulla proteina huntingtina, mentre si sta valutando l’efficacia in un’altra grave malattia che è la Spinal Muscular Atrophy (SMA).

Novartis fornisce al momento informazioni assai parziali nei suoi comunicati stampa, per cui non è ancora possibile avere dettagli su meccanismi biologici del farmaco e strategie cliniche eventuali.

Abbiamo chiesto a Ferdinando Squitieri di aiutarci a comprendere qualcosa in più, per quanto possibile al momento.

 

"Branaplam" riduce l'RNA messagero che dal gene HTT favorisce la formazione della proteina huntingtina: Cosa vuol dire? 

Branaplam agisce su un processo biologico denominato splicing, che è la modalità con cui il DNA di partenza viene ripulito delle sue parti meno utili (gli introni) in modo da consentire la traduzione del linguaggio genetico delle parti utili del DNA (esoni) in proteine con effetti funzionali.

 

Questo farmaco potrebbe ridurre solo la proteina mutata o anche quella sana?

Branaplam riduce i livelli di RNA messaggero che hanno il compito di generare la proteina huntingtina interferendo con questo meccanismo biologico di splicing in maniera, apparentemente, non selettiva (sia i livelli della proteina normale che di quella mutata vengono ridotti) ed in una percentuale non ancora resa nota dall’Azienda.

 

perché le altre sperimentazioni usano tecniche "invasive" invece di una compressa?

Perché la strategia di riduzione della proteina huntingtina non è identica per tutte le molecole, così come non lo è la biodisponibilità del farmaco che, in questo caso, sembra essere in grado di attraversare la barriera emato-encefalica per raggiungere il sistema nervoso. La puntura lombare non sarà dunque necessaria se non per monitorare i livelli di proteina nel sistema nervoso, qualora l’Azienda lo ritenesse opportuno.

 

Perchè lo studio inizierà direttamente da una fase 2/b? 

Perché evidentemente l’Azienda è fiduciosa che i dati già disponibili per la SMA non rendano necessario partire da fasi di studio preliminari (fase 1, fase 2).

 

A quali pazienti si rivolge questa sperimentazione? 

Immaginiamo a quelli in fase iniziale, come è per tutte le sperimentazioni che hanno obiettivo di agire sul decorso della malattia.

 

Sappiamo già quali Paesi coinvolgerà e quanto durerà?

Non abbiamo al momento questa indicazione, che non è ancora riportata dalla comunicazione di Novartis.

 

Qual è la sua opinione su questo studio?

Sono troppo pochi gli elementi per pronunciarsi, ma ritengo estremamente incoraggiante il razionale ed interessante la modalità dell’approccio, per cui penso che questa rappresenti una delle novità sperimentali più attese del prossimo futuro.