Giornata Salute Mentale – Attenzione alle malattie neurodegenerative
10 ottobre 2024 - Un richiamo urgente per il riconoscimento e il supporto delle malattie neurodegenerative e dei disturbi mentali.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i disturbi mentali rappresentano una delle maggiori sfide per la sanità pubblica in Europa in termini di prevalenza, carico della malattia e disabilità, giacché colpiscono oltre un terzo della popolazione ogni anno. In tutti i paesi, inoltre, i problemi di salute mentale hanno una prevalenza di gran lunga maggiore tra i soggetti più svantaggiati.
La giornata dedicata alla Salute Mentale sollecita una doverosa riflessione sull'inadeguatezza delle organizzazioni territoriali deputate all'assistenza delle persone che soffrono di disagi legati a malattie neurodegenerative.
Quasi tutte le malattie neurodegenerative, da quelle più note come la malattia di Alzheimer a quelle più rare come i cosiddetti parkinsonismi più o meno atipici, sono anticipate da prodromi legati a disagi comportamentali. A questo punto lo scenario che si apre è il seguente: se c'è il sospetto di una malattia neurodegenerativa, se ne deve occupare il neurologo. Se però il neurologo rileva un aspetto psichiatrico, deve intervenire lo psichiatra. Un ping-pong che, nel frattempo, lascia le persone con disagio mentale prive di assistenza, nonostante il servizio sanitario universalistico dovrebbe garantire loro un supporto psicologico, sociale e medico gratuito e territoriale.
L'esempio più emblematico è quello della malattia di Huntington che, rispetto a tutte le altre, è riconoscibile con un test genetico anche quando le manifestazioni cliniche non sono ancora evidenti. Ha la più alta frequenza di suicidi tra tutte le patologie umane, può essere associata a una grave difficoltà nel controllo delle emozioni e può produrre cambiamenti repentini nella personalità di un individuo, trasformandolo da persona mite a irascibile o aggressiva. Se, allora, emerge la necessità che persone in questa condizione si rivolgano ai servizi territoriali di salute mentale, ciò che più frequentemente accade è una generale e costante sottovalutazione di tale condizione, che non viene riconosciuta. Non serve presentare il risultato di un test genetico perché non viene compreso.
"La conseguenza - afferma Ferdinando Squitieri, Direttore Scientifico del Centro Malattie Neurologiche Rare della Fondazione Lega Italiana Ricerca Huntington di Roma - può essere, nella migliore delle ipotesi, una reazione aggressiva e antisociale, con il rifiuto dell'assistenza e delle terapie necessarie. Nella peggiore delle ipotesi, il profondo senso di inadeguatezza di chi vive esperienze simili può, nella mia esperienza, generare reazioni anche violente, come nel caso di omicidi/suicidi che raggiungono solo parzialmente la comunicazione mediatica".
Questa giornata è appropriata per lanciare un grido d'allarme alle Istituzioni affinché il diritto alla salute, anche mentale, sia riconosciuto, accessibile e organizzato. In questo processo, sarebbe utile coinvolgere anche le organizzazioni del terzo settore con esperienza su questi temi, oltre agli specialisti.