Antonella
Ciao a tutti, sono Antonella, moglie e madre di persone malate di Huntington.
Sono venuta a conoscenza di questa malattia nel 1978 quando, appena fidanzata, ho saputo che il padre di mio marito ne era affetto. Era ricoverato in una clinica. Io non l'ho mai conosciuto, se non attraverso i racconti di mio marito e di sua madre. Ho consultato l'enciclopedia medica pr informarmi sulla malattia, l'unico mezzo, allora, per saperne di più. Pensavo, non vivendola, che fosse una malattia come le altre, ma speravo che mio marito ne fosse fuori, sapevo che non l'avrebbe accettata, ma purtroppo non è andata così. I primi sintomi si sono manifestati quando aspettavo il secondo figlio: dimagrimento, ossessioni, movimenti. Poiché rifiutava la malattia, mio marito rifiutava anche di farsi visitare. Nel 2006 è stato licenziato. Momenti durissimi per me e per i miei figli, allora adolescenti e bisognosi del loro papà, che era però molto cambiato. Mi sono rivolta tante volte al Signore, pregandolo di darmi tanta pazienza, forza e salute per affrontare tutto questo. Avevo paura di non farcela. Mi sentivo sola. Parlarne con gli altri mi faceva sentire giudicata, mi faceva stare male. Nel 2014 mio marito muore, tra tante sofferenze ma circondato dall'amore mio e dei nostri figli. Non è passato molto tempo...i primi sintomi, il test di conferma positivo..il mio secondo figlio l'ha ereditata, 27 anni. Ricominciamo. Solo, stavolta, sapendone di più, parlandone di più con tutti, senza vergogna. La sua serenità e la sua fiducia nella ricerca mi aiutano ad andare avanti con ottimismo. Non nego che ci sia stanchezza, l'età avanza anche per me, ma sono fiduciosa. Ce la devo fare, un figlio è un figlio. Tutto questo grazie alla nostra organizzazione, la LIRH e al dottor Squitieri, che ci conosce da tutta una vita. Con loro, non mi sento più sola, la ricerca va avanti e tutti insieme siamo una grande famiglia. L'unione fa la forza.