Maria Giovanna
Forza, resilienza e fiducia. Queste sono le prime cose che mi vengono in mente se penso a tutte le
persone che nel mio percorso di tirocinio ho incontrato grazie alla LIRH.
Fare la prima esperienza a diretto contatto con i pazienti non è mai semplice, ma osservare il
coraggio e la determinazione negli occhi di chi si rivolge a noi e vedere la professionalità e umanità
con cui ogni professionista gestisce il proprio lavoro restituiscono qualcosa che va ben oltre la
crescita accademica e/o esclusivamente professionale. L’incontro con questa realtà mi ha arricchito
davvero, dandomi una dimensione “altra”, qualcosa di complesso da definire, che si comprende solo
guardando i vostri occhi e comprendendo le vostre storie.
La cosa che da subito mi è sembrata chiara è stato il senso di famiglia e di intimità reciproco che si
crea tra il team della Fondazione e le persone che la Fondazione assiste, siano essere pazienti o
familiari. Ho visto un rapporto privo di quella freddezza che siamo soliti riscontrare in ambienti
medici, dove a volte il paziente diventa un mero numero. Dietro il volto di ogni singolo paziente che
ho avuto la fortuna di conoscere, c’è una grande storia, fatta di sofferenza ma anche di tanta forza e
tanta fiducia e riconoscenza. Ci insegnate una lezione importante ogni giorno: non gettate la spugna,
non vi arrendete anche se i momenti di difficoltà ci sono e non sono pochi.
“Caminante non c’è sentiero, il sentiero si fa camminando” così scriveva Antonio Machado in una
delle sue più famose poesie: camminando fianco a fianco si possono raggiungere degli obiettivi
importanti. Crediamo nella ricerca, insieme.